Guida al Windsurf - Andature

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Andature


Introduzione: vento reale e vento apparente

Quando si definisce un'andatura non si fa altro che individuare un angolo fra la direzione del moto della tavola e quella del vento. Questa operazione risulta facile per un osservatore esterno mentre le cose si complicano a bordo del windsurf. Mentre stiamo navigando siamo soggetti al vento vero e proprio che chiameremo vento reale ma siamo investiti anche da una corrente d'aria contraria alla direzione di moto come quando andiamo in bicicletta. Quello che ci appare perciò è la somma di queste due correnti d'aria e questo effetto ci porta a percepire una direzione del vento leggermente deviata rispetto alla realtà. Pertanto suppondendo di viaggiare perpendicolari alla direzione del vento, quello che avvertiremo sopra il surf non sarà un vento proveniente proprio a 90° ma con una componente di prua. Domanda per fare inorridire i puristi: è questo un problema vero? No che non lo è, anche lo scafo e la vela "vedono" proprio il vento apparente pertanto la loro gestione da parte nostra nell'ottica di ottimizzarne il funzionamento in ogni situazione è giusto che si riferisca al vento che avvertiamo sulle guance piuttosto che alla direzione segnata dalla bussola (lo so che non ce l'abbiamo, era per far capire!).

Mure a dritta, mure a sinistra

Quando in navigazione il vento lambisce per primo il lato sinistro del windsurf, allora siamo mure a sinistra. Viceversa per le mure a dritta (una regola che all'inizio semplifica l'idea è la seguente: se la mano più vicina all'albero è la destra allora siamo mure a dritta e viceversa). In caso di controversie con altri windsurf, ricordate che chi si trova mure a dritta ha la precedenza. Sempre in tema di precedenze il windsurf ha precedenza sulle barche a vela che, a loro volta, la detengono sulle imbarcazioni a motore (note anche come "ferri da stiro").

Poggiare e orzare

Non avendo il timone l'unico strumento a nostra disposizione per variare la rotta è la vela. Chi conosce la barca a vela in modo approfondito sa che questo è possibile; per fortuna un windsurf è molto più sensibile di una barca e grazie a spostamenti poco pronunciati della vela si riescono a compiere anche manovre rapide in spazi stretti. Il principio è semplice: per navigare in linea retta, il centro di deriva e il centro di pressione della vela devono essere allineati in verticale (seconda figura). In tutte le altre situazioni, la tavola curva cioè poggia o orza, in particolare:

  • poggiata (prima figura): è provocata da uno sbilanciamento in avanti della vela. Essa produrrà una variazione di rotta che porterà la prua della tavola ad andare dalla parte opposta al vento. Ad esempio se siamo al traverso e poggiamo andremo al lasco (vedi figura grande con tutte le andature);
  • navigazione in linea retta (seconda figura): tenendo la vela in una posizione intermedia nella quale, più o meno, essa è in equilibrio si procede in linea retta. E' importante sottolineare che la navigazione in linea retta non dipende dalle andature: per rimanere al lasco non si deve continuare a poggiare (altrimenti si arriva alla poppa) nè, per restare in bolina, si deve continuare ad orzare (altrimenti si arriva a fermarsi prua al vento, vedi immagine con le varie andature). Per mantenere la rotta nelle andature di traverso, bolina e lasco è sufficiente rimanere nella posizione della seconda figura;
  • orzata (terza figura): è provocata da uno sbilanciamento indietro della vela. Essa produrrà una variazione di rotta che porterà la prua della tavola ad andare contro vento. Ad esempio se siamo al traverso e orziamo andremo di bolina (vedi figura grande con tutte le andature)

poggiare andatura rettilinea orzare

Tutte le andature

Dal momento che dobbiamo essere dei bravi velisti che sanno sentire il vento in base alle reazioni della barca, presenteremo le varie andature con pochi riferimenti geometrici ma molti dettagli relativi al comportamento in termini di velocità e sensazioni

andature Traverso. E' l'andatura di riferimento. Si naviga al traverso quando la tavola procede a 90° rispetto alla direzione del vento. E' una delle andature più veloci, la spinta della vela presenta una moderata componente verso prua. In planata con la giusta invelatura il comfort è elevato, la spinta sulla pinna e la tendenza al ribaltamento della tavola poco accentuate, si naviga lungo i canali fra un'onda e l'altra.
Lasco. Se dal traverso effettuiamo una poggiata anche di pochi gradi, entriamo per definizione nel lasco. La spinta verso prua della vela si fa importante e con vento sostenuto dobbiamo essere pronti a contrastarla: le catapulte avvengono al lasco! La velocità aumenta, ci troviamo infatti nell'andatura più veloce. Pensavate forse che fosse la poppa l'andatura più veloce?? Non è così, se volete scoprire il perchè andate alla pagine sulla fisica del WS. In planata e con la giusta invelatura questa è l'andatura più naturale: le caviglie sono rilassate, la tavola mantiene la rotta in modo ottimale, lo sforzo per chiudere la vela è minimo, si naviga salendo gradualmente sul lato più dolce delle onde: il dorso. In caso di sovrainvelatura e mare molto formato le cose cambiano: la tavola non vuol stare in acqua e tende a "volare" sulla pinna inoltre, soprattutto con attrezzatura wave, insorge il pericolo di spin out.
Gran lasco. Continuando a poggiare la velocità inizia a scendere: stiamo entrando nel gran lasco. Affinchè la vela sia ben lambita dal vento e offra una buona spinta dobbiamo leggermente lascare con la mano della vela. La spinta verso prua della vela cresce ancora un po' in dipendenza di quanto riusciamo a tenere la vela "piena" di vento regolando l'incidenza con la mano della vela. In planata e con la giusta invelatura bisogna stare attenti a non poggiare troppo, pena la perdita della planata stessa. In sovrainvelatura estrema non è possibile navigare al gran lasco: si viene sbalzati via.
Poppa. Quando, a forza di poggiare, ci troviamo a navigare nella direzione del vento siamo di poppa. Il boma va messo a 90° rispetto alla tavola per presentare al vento la massima superficie. E' un'andatura molto lenta, nelle mani si avverte poca spinta perché cessa ogni funzione "alare" della vela. La posizione di poppa perfetta è altamente instabile su tavole strette.
Bolina. Se dal traverso effettuiamo un'orzata anche di pochi gradi, entriamo per definizione nella bolina, larga prima e stretta poi (si veda l'immagine). Nella bolina si risale il vento ovvero, combinando una serie di boline mure a destra e mure a sinistra, si riesce a procedere verso una meta sopravento rispetto alla nostra posizione. Per capire come questo sia possibile, rimandiamo alle pagine della fisica.
Quanto è possibile stringere la bolina? Dipende da diversi fattori. Supponendo di non planare una grossa differenza la fa la deriva: con essa in acqua si guadagnano molti gradi e, soprattutto, si riduce al minimo lo scarroccio riuscendo altresì a sviluppare maggiore velocità. In generale basti sapere che tutto è demandato alla sensibilità del surfista. Soprattutto senza deriva lo scarroccio, ovvero lo sbandamento laterale dello scafo, inizia a farsi evidente ben prima di arrivare all'arresto della tavola. Con deriva e uno scafo da regata, invece, sembra quasi non esserci altro limite se non l'arresto totale. Uno degli aspetti più difficili anche per i regatanti esperti è proprio questo: fino a che punto mi conviene stringere la bolina per percorrere meno strada visto che al contempo la velocità diminuisce?

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